Rilancio l'appello di padre Alex Zanotelli che, dopo gli ultimi provvedimenti governativi sulla privatizzazione dei servizi pubblici, propone una serie di iniziative per difendere "l’acqua come bene comune, come diritto fondamentale umano".
Aggiungo, "per la precisione" (cfr Massimo Alfredo Giuseppe Maria Buscemi, a "Quelli che il calcio") un riferimento alla nostra realtà locale.
"L'acqua é di tutti ?", si chiedeva lo scorso anno la parlamentare della lega nord Boldi in prima pagina su Sette Giorni a Tortona, affermando perentoria: "la presenza di un'azienda pubblica è una garanzia per il territorio cui non si dovrebbe rinunciare, a salvaguardia in particolare delle piccole e medie realtà comunali".
Scrissi una lettera al giornale per segnalare che qualche mese prima in parlamento la legge 133/2008, contenente l'articolo 23 bis sulla privatizzazione dei servizi pubblici, norma di segno del tutto opposto alle tesi esposte dalla Boldi, era stata votata anche dall'esponente leghista tortonese.
Il 9 settembre scorso, su iniziativa dei ministri Fitto e Calderoli, nel decreto sugli obblighi comunitari è stato inserita all'articolo 15 una serie di disposizioni che modificano l'art. 23 bis della legge 133/2008.
Secondo Emilio Molinari (Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull'Acqua): "La 133 art. 23 bis già rappresentava un duro colpo per la gestione pubblica, introduceva l'obbligo alla gara e l'ingresso dei privati, ma con ancora alcune possibilità di scelta da parte dei comuni, i quali, dopo essere passati sotto i controlli delle diverse autority, potevano optare per una gestione del servizio “in house”, fuori cioè dal mercato finanziario. Le gestioni in house in sostanza sono SPA interamente nelle mani dei comuni consorziati, sulla quale i comuni stessi esercitano il “controllo analogo” a quello dei propri uffici, gestione riconosciuta dalla normativa Europea tanto è che la Francia e il Comune di Parigi la stanno perseguendo in un ottica di vera ripubblicizzazione. Il decreto legge fa saltare queste salvaguardie entro il 2011 e fa un passo in più, chiede che anche nell'affidamento tramite gara a società miste la quota di partecipazione del pubblico non può superare il 40% e nelle quotate esistenti deve scendere al di sotto del 30% entro il 2012. ".
Ancora Molinari. "Ma questa svolta, il decreto porta la firma Fitto-Calderoli, si realizza cioè con l'accordo della Lega e questa è la novità. Quali siano le contropartite, cosa si sia giocata ancora una volta la Lega non mi è dato sapere, penso però che la Lega con l'acqua, dopo Alitalia…ecc si è giocata la credibilità di essere il partito dei territori, dei loro beni comuni e della loro autonomia".
Cercasi spiegazioni da parte degli eletti leghisti della nostra zona, plebiscitati in valle con centinaia e centinaia di voti.
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