29 novembre 2007

piano regolatore e trasparenza

Appare sul sito della Comunita' Montana la notizia della convocazione per stasera della commissione consiliare sul Piano Regolatore e per il 4 dicembre della Conferenza dei sindaci.
La Commissione dovra' pronunciarsi sulla "deliberazione programmatica" per la IV variante generale del Piano regolatore generale intercomunale (Prgi).

Si tratta di un adempimento previsto dall'articolo 15 della legge regionale 56/1977, norma di cui trascrivo i primi commi:

1. Il Consiglio adotta preliminarmente una deliberazione programmatica che, sulla base dei contenuti del Piano Territoriale e di una prima indagine conoscitiva sulla situazione locale e sulle dinamiche in atto, individua gli obiettivi generali da conseguire e delinea i criteri di impostazione del Piano Regolatore Generale.
2. La deliberazione programmatica, divenuta esecutiva ai sensi di legge, e’ immediatamente inviata alla Provincia ... e ad ogni altro soggetto individuato dagli Statuti e dai Regolamenti comunali, ai fini dell'attuazione dell'articolo 1, punto otto. Chiunque puo’ presentare osservazioni e proposte con le modalita’ e i tempi indicati nella deliberazione stessa.
3. Sulla base degli elementi acquisiti il Comune elabora il progetto preliminare di Piano Regolatore e lo adotta entro 180 giorni dalla deliberazione programmatica.

La norma deve pero' essere combinata con quanto dispone il successivo articolo 16, comma 6.
I Consorzi di Comuni e le Comunita’ Montane che hanno popolazione non superiore a 5.000 abitanti residenti possono adottare la deliberazione programmatica contemporaneamente all'adozione del progetto preliminare di piano.

In sostanza, per una decisione di fondamentale importanza circa l'utilizzo del nostro territorio, purtroppo la legge prevede un'eccezione per gli enti con minor popolazione, figli di un dio minore, evidentemente, consentendo che gli indirizzi generali, le linee sulle quali i professionisti incaricati di redigere la variante strutturale del Prgi dovranno lavorare, siano adottati senza che sia possibile alla cittadinanza esporre subito le proprie osservazioni

Se la nostra Comunita' si e' avvalsa di tale facolta', e tutto sembra farlo ritenere, essendo gia' stato emanato un bando per incaricare un professionista esterno, queste osservazioni potranno essere proposte solo dopo l'adozione del progetto preliminare di piano.

Nel nostro caso, la discussione della deliberazione programmatica avviene in una sede che non prevede sedute pubbliche. Una elementare esigenza di trasparenza imporrebbe di riferire comunque al pubblico in modo tempestivo e puntuale, in linguaggio non tecnico, i contenuti della discussione e le conclusioni della discussione stessa. Attendo fiducioso.

Anche la Conferenza dei sindaci, che si occupera' dello stesso tema, non prevede il pubblico alle proprie sedute. Nuovamente, auspico che comunque sia dato modo ai cittadini di apprendere notizie circa l'andamento e l'esito dei suoi lavori.


Importante notare che la Conferenza dovra' anche discutere di "iniziative di sviluppo locale", etichetta che puo' ricomprendere di tutto e di piu', compresi i progetti inclusi nel PTI sui quali da tempo e' calato il silenzio.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Salve
qualche tempo fa circolava un piano dirigistico, probabilmente partorito da qualche ex redattore dei piani quinquennali del PCUS. Questo prevedeva :
a) Alta Valle : sviluppo esclusivamente turistico
b) Media valle: (da San Sebastiano a Montemarzino , per avere un'idea), sviluppo residenziale
c) Bassa Valle: sviluppo artigianale-industriale.
Si diceva che quest'idea avrebbe dovuto imbastire il piano regolatore. Un piano che naturalmente ingorava come diverse attività economiche siano in alta e media valle , e che, quindi, prevedendo il trasferimento delle destinazioni d'uso, avrebbe provocato uno sconquasso non indefferente, ignorando come , ad esempio, le attività turistiche non si sviluppano senza un substrato residenziale , che "Deportare " le aziende ne avrebbe snaturato la produzione, spesso collegata al territorio etc. Portiamo, ad esempio Raffo a Volpeglino ? Già la denominazione "salame Giarolo" è antistorica ed al limite del ridicolo, se poi mettiamo le relative aziende a Cerreto, cos'avrebbero a che fare con il Giarolo ? In realtà questi piani sono tutti calati dall'alto, sulla base di convenienze non indagabili, nella più perfetta indifferenza per il territorio. Ne vedremo sicuramente delle belle..
Saluti