30 agosto 2006

il Curone nel piano regionale di tutela delle acque

La giunta Bresso ha rimesso mano al PTA, il Piano di Tutela delle Acque - una sorta di piano regolatore dell’uso dei fiumi - gia' elaborato dalla giunta Ghigo.
Nel maggio 2006 e' stata predisposta una revisione gia' approvata dalla giunta e ora depositata in consiglio per la discussione (che prevedo sara' complicata, viste le tensioni che sul tema ha suscitato l'ennesima estate siccitosa).
Il prossimo 28 settembre due commissioni consiliari terranno una seduta congiunta di consultazione con i soggetti interessati: " enti e associazioni di enti locali, Autorita' d’ambito e consorzi irrigui di II grado, organizzazioni di categoria e dei lavoratori, grandi utilizzatori, ordini professionali, atenei, associazioni ambientaliste e dei consumatori ".
Analoga consultazione era stata svolta nel 2004. Qui e' possibile leggere il resoconto.
La parte del piano revisionato riferita al sottobacino del Curone e' consultabile a questo link.
Il testo conferma la diagnosi di crisi idrica del torrente.
Per rimediare prevede:
- il vincolo a rilasciare il DMV (deflusso minimo vitale), sia per garantire la tutela delle biocenosi acquatiche sia per il raggiungimento degli obiettivi di qualita' delle acque;
- azioni per un consumo idrico sostenibile,quali la revisione dei titoli di concessione dei prelievi a scopo irriguo, la razionalizzazione degli usi ed interventi di adeguamento per aumentare l'efficienza del sistema di distribuzione.
Per il sottobacino del Curone lo schema di PTA non parla di invasi (del resto, nel presentare l'elaborato in generale, l'assessore De Ruggiero ha affermato, come riporta l'ultimo numero del notiziario mensile di Pro Natura: "Solo se dimostreremo che e' stato fatto tutto il possibile per risparmiare acqua proporremo nuovi invasi").

In tema di pianificazione regionale e' interessante inoltre, per dedurne quali fossero gli orientamenti di massima dell'ente circa la compatibilita' tra gli impianti golfistici e le zone limitrofe ai corsi d'acqua, la lettura di un documento elaborato nell'aprile 2001 nella complessa fase di adozione da parte della Regione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI).
Discutendo di "norme di attuazione", la Federgolf chiese di includere i percorsi da golf tra le attivita' consentite nelle fasce A e B, "essendo del tutto compatibili con la funzione idraulica". La Regione replico': « L’osservazione non e' accoglibile in quanto i campi da golf contrastano con la condizione di naturalita' richiesta negli ambiti interessati dalle fasce fluviali. Nel caso di danni provocati da una eventuale alluvione, gli indennizzi per risarcimento sarebbero un costo sociale troppo alto, soprattutto non sussistendo una ragione di interesse pubblico. In ogni caso e' una attivita' urbanisticamente classificata come “sportiva” e non come “agricola”. ».

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