Riprendo dal sito Novionline
a Rocchetta Ligure, sabato 12 maggio, per volere del sindaco Giorgio Storace
Alla riunione ha partecipato non soltanto la popolazione del comune di Rocchetta, ma anche persone di altri Comuni a cui si sono rivolti il Sindaco di Rocchetta, la prof.ssa Mariolina Besio dell'Università di Genova, esperta di paesaggio rurale e l'Arch. Guido Gaglione che ha svolto una tesi sull'ipotesi di un parco in Val Borbera.
Le domande del pubblico hanno evidenziato in parte un interesse verso questa proposta e in parte una forte diffidenza ormai radicata da anni, certamente una carenza di informazioni in merito ai parchi, sui quali circolano molti, troppi pregiudizi.
Al momento si e' quindi chiamati ad esprimersi sulla fattibilita', una fase preliminare che darebbe risposte agli interrogativi della gente.
Storace: " Se e' una proposta condivisa si va avanti, altrimenti ci fermeremo perche' significhera' che i tempi non sono maturi".
E' andata dritta al punto la Prof.ssa Besio ponendo questione alla base di ogni ragionamento: "Le comunita' della Val Borbera aspirano ad una prospettiva diversa da quella attuale? Qual e' l'economia del territorio? Turismo, agricoltura, economia ambientale possono essere una prospettiva? Il problema non e': non possiamo più fare legna. Questo non e' vero, non e' cosi'. Il problema e' se vediamo qualcosa nel futuro. Siete voi che dovete capire quale tipo di futuro vedete per la valle. Il parco puo' essere una prospettiva". Le domande piu' ricorrenti hanno riguardato la caccia e il taglio della legna.
La Prof.ssa Besio ha dunque proseguito chiarendo che in base alla nuova legge sui parchi, la 394 del 1991, sono le comunita' locali a gestire il territorio e non lo Stato o il Ministero dell'ambiente, che pure hanno dei rappresentanti negli organi direttivi. Per quanto riguarda la caccia vi sono due aspetti da considerare. All'interno delle aree parco e' consentita solo una caccia di selezione e controllo condotta da guardie parco oppure da cacciatori incaricati dal parco. Le riserve di caccia, come accade in altri parchi nazionali, possono rimanere escluse dall'area parco; in questo caso hanno il vantaggio di una maggiore popolazione faunistica che si ripopola nel parco e creano un maggiore introito, mentre gli agricoltori del parco ricevono risarcimenti immediati e strumenti quali pastorali elettrici per i danni alle coltivazioni.
Nessun commento:
Posta un commento