17 giugno 2007

antipodi


Giornata piena, quella di sabato 16 giugno, per il sottoscritto, ma curiosamente anche per il presidente della nostra Comunita' Montana, che ho notato sia al convegno mattutino a Monleale organizzato dall'ente montano per celebrare la certificazione Emas, sia a Rocchetta Ligure alla presentazione del libro collettivo "Chi nasce mulo, bisogna che tira calci".

Riferisco le mie impressioni.

La mattina, a Monleale, era presente una vasta rappresentanza della nomenklatura provinciale e regionale.
Il pubblico era costituito quasi esclusivamente da sodali dei notabili di cui sopra.
All'ingresso mi è stato richiesto di dichiarare a quale titolo fossi presente, e mi sono sentito come un cane in chiesa. Ho risposto di essere un cittadino, e l'addetta al servizio ha affermato: "Dunque, utente" e come tale sono stato registrato.
Sintomatico: il cittadino fa parte del popolo sovrano, l'utente della platea dei consumatori passivi.

E' stato ribadito quanto gia' noto: la certificazione Emas attesta che, in tema di rispetto dell'ambiente, le forme sono salve. Altro paio di maniche e' la sostanza.

Interessante l'intervento con cui sono state sintetizzate le linee di indirizzo provinciali in campo energetico. Ne parlero' in un altro post, dopo aver compiuto qualche verifica. Chiusura con l'assessore regionale all'ambiente, tutto sommato un po' meno peggio di quanto ci si potesse aspettare.

Spigolature:
- il presidente del Consorzio rifiuti lieto perche' "per fortuna da noi non ci sono Comitati" (che costituiscono dunque una jattura "a priori")
- il campo golf che nel documento diffuso viene definito "di Momperone / Brignano" (ritornano in auge le 27 buche, e/o si preparano altre gabole ?)
- nel documento si parla di "albergo diffuso" a Brignano (sara' per caso collegato all' "accordo di programma" non meglio chiarito, che dovrebbe "rabbonire" il comune "ribelle" ? C'entrera' con l'ipotesi di intervenire sulle pertinenze del castello ? Mistero)


A Rocchetta, nel pomeriggio, salone strapieno: tanti sia i giovani che gli anziani, c'era mezza val Borbera, attenta e partecipe. I politici erano in clamorosa minoranza.

Si e' illustrato un lavoro collettivo di ricerca su cultura e tradizione. Gli autori vivono tutti nelle "Quattro province". Il libro e'utile e per nulla celebrativo o specialistico, scritto in modo chiaro e scorrevole. E' possibile acquistarlo in questi esercizi pubblici.

Eloquente la dedica "a tutti i testimoni della civiltà montanara delle Quattro Province che ci hanno trasmesso memorie e conoscenze. E a tutti coloro che ancora abitano quassu', a tutti i camini accesi d'inverno, le fasce coltivate in mezzo alla selva, il boscaiolo che ha tutta la valle per lui, le ultime mucche del paese e i canti in un'osteria remota con il televisore acceso che nessuno guarda".

Creare consapevolezza della propria identita' culturale non significa rinchiudersi in tante piccole patrie egoiste, ma fornirsi di strumenti per capire le altre culture e vivere in un mondo multiculturale. Un esempio che si puo' trarre anche dal libro e' quello dei mulattieri, che attraversavano i monti e sviluppavano le relazioni tra le nostre valli.

Riflessioni profonde ed oneste, tutto il contrario, per fortuna, delle fumisterie di cui si ammanta il "contenitore" in cui l'iniziativa si colloca, il
progetto "Terre alte - la casa dei racconti" del GAL Giarolo Leader nell'ambito di cooperazione tra i GAL di cinque Comunita' Montane , inclusa la nostra.

A proposito: impossibile non notare la distanza abissale tra la solida radice popolare valborberina e il modo con cui si agisce nella nostra valle.

Mi sembra fondata l'analisi del prof. Poggio quando afferma che nella gestione della nostra cosa pubblica permane un profondo classismo. Concetti analoghi volevo esprimere quando ho scritto del "Bar Casablanca" (che esiste davvero a San Sebastiano, anche se non si chiama cosi', e somiglia parecchio al "ristorante aristocratico" di cui scrive Poggio).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buongiorno,

dovete perdonarmi ma vorrei affrontare un problema che ritengo molto importante.
Mi riferisco alla viabilità in Valle Curone.
Automobilisti e motociclisti sfrecciano indisturbati a velocità assurde ben al di sopra dei limiti consentiti.
Dopo Viguzzolo fino a Caldirola tutto è consentito e nessuno degli strumenti elettronici attualmente in uso in gran parte del territorio Italiano, mi riferisco a rilevatori della velocità, semafori intelligenti, autovelox, è presente.
Vorrei sensibilizzare i nostri amministratori:
il turismo non si compromette installando strumenti che garantiscono l'incolumità delle persone che transitano sulle nostre strade e vi assicuro che nelle regioni dove è diffuso (es. Valle d'Aosta - Trentino Alto Adige ) sono presenti in quasi tutti i comuni.
Il turista vuole scendere dalla sua auto e guardare il panorama circostante senza correre rischi.

Il turismo si compromette con scelte politiche sbagliate :

sentieri sporchi e male segnalati, agressioni da parte di migliaia mosche su Gropà e Monte Ebro, Agriturismo Falso che non produce niente, non alleva e non coltiva ma che al consumatore costa come un ristorante.
Ristoranti carissimi alla portata di pochi, centri sporivi creati e costruiti per la comunità ma purtroppo carissimi per una clientela d'elite.
Mancanza totale di Aree Pic Nic atrezzate e pulite, giardini per bambini all'ombra con giochi recenti e sicuri, marciapiedi assenti nella maggior parte dei comuni e soprattutto una politica che tenda a conservare e a rilanciare l'agricoltura e l'allevamento nella nsotra valle.