14 dicembre 2007

ultimo consiglio dell'anno

Ieri sera, 13 dicembre 2007, consiglio di comunita’ montana.

Il quorum di 29 presenti e' stato raggiunto con difficolta'.

Una sintesi.

Comunicazioni del presidente di Giunta:
1 - da 4/5 anni una societa’ (di cui non si e' fatto il nome) sta effettuando misurazioni anemometriche sui nostri crinali. Questa societa' ha gia’ venduto i dati a dei terzi, e la Comunita’ montana ne ha trattato a sua volta l'acquisto. Da ultimo e' stato convenuto un prezzo di 7.500,00 euro a fronte dei quali la Comunita' otterra’ "il lay-out con la certificazione". I dati saranno consegnato alla Comunita’ Montana dopo le feste di Natale. Una volta disponibili i dati, sara’ convocata la commissione per le energie alternative.
Per quanto riguarda il progetto della centralina idroelettrica a Ponte Mulino, la Comunita’ Montana ha avviato contatti con la societa’ promotrice con l'intendimento di stipulare una convenzione e "fare proprio" il progetto stesso.
2 - per venerdi' 14 dicembre e' fissata in Provincia ad Alessandria una riunione per il PTI Appennino Alessandrino. Le risorse regionali (ma anche dell'UE) riferite ai progetti inclusi nel PTI saranno suddivise 1/3 ciascuna su tre tipologie: innovazione tecnologica-energie alternative-ambiente e turismo. La Regione fara' uscire i primi bandi nel 2008

Esame della delibera programmatica del PRGI.
Non era presente l'assessore all'urbanistica.
La delibera e' stata illustrata dal Presidente. La procedura di approvazione e' piu' snella (e’ stata innovata quest'anno dalla Regione). Dopo l’approvazione della delibera programmatica ci sara’ una "Conferenza dei servizi di Pianificazione" (Provincia - Regione, Arpa, Comuni, tutti presso la Comunita’ Montana) il cui esito finale sara’ l'adozione del progetto preliminare. Poi si proseguira' con la presentazione e l'esame delle osservazioni e l'adozione del progetto definitivo.
Nei mesi scorsi e' gia' stata bandita una gara per la predisposizione del progetto di adeguamento del PRGI alla normativa in tema di dissesto idrogeologico (assegnata ad un'associazione di professionisti di Torino per euro 300.000,00 - per questo aspetto del lavoro esiste un finanziamento regionale per euro 200.000,00) e un bando per l'adeguamento alla normativa urbanistica (costo euro 80.000,00). Manca ancora il bando per la predisposizione della VAS (Valutazione Ambientale Strategica).
Il costo totale della IV variante del PRGI si aggirera' sui 450.000,00/500.000,00 euro.
Si pensa di reperire una parte delle risorse dalla cessione delle azioni delle due ASMT tortonesi di cui si sta discutendo la fusione (tematica oggetto di separata trattazione in un altro punto all'ordine del giorno).

Sono state svolte anche alcune considerazioni di ordine generale. Si e' affermato che "c'e' poco sviluppo edilizio". Per l'edilizia residenziale, vigente l'attuale piano, solo alcuni comuni hanno fatto partire i piani esecutivi: 2 a San Sebastiano, 1 a Garbagna, 1 a Momperone. Quanto al comparto produttivo, si e' ipotizzato di individuare, in bassa valle, un'area per un PIP.
Sono seguiti diversi interventi che chiedevano chiarimenti. L'assessore Martinelli e' intervenuto a sua volta per esortare i consiglieri ad approvare il documento proposto. Il consigliere Buscaglia ha rilevato come elemento di forte significato l'assenza dell'assessore competente, ha sottolineato i notevoli costi della variante, ed ha affermato di voler approfondire la lettura del documento prima di votarlo e (incidentalmente) ha chiesto che la variante sia piu' permissiva rispetto a quella in vigore.

A questo punto la giunta ha messo ai voti il ritiro della delibera sul documento programmatico e il rinvio del suo esame ad una prossima seduta, forse a meta' gennaio. Il consiglio ha approvato il rinvio con sei astenuti (che quindi ritenevano possibile un voto gia’ nel corso della seduta),

Quote ASMT
E' stato votato un atto di indirizzo che consente alla giunta di esprimere dissenso alla fusione e quindi (ma la questione giuridicamente e’ controversa) chiedere la liquidazione della propria partecipazione. Se sara’ possibile, si spera di ricavarne 100.000,00/150.000,00 euro.


Per consentire a chi abbia voglia di leggere (anche se, personalmente, al di la' delle molte obiezioni che mi suscita, mi appare un elaborato assai farraginoso) di farsi un'idea sul contenuto del lungo documento alla base di un atto tanto importante ho trascritto come commento a questo post (per non appesantire la pagina principale), il testo del DOCUMENTO PROGRAMMATICO PRELIMINARE che era all'esame dei consiglieri. L'inizio del testo distribuito ai consiglieri e' siglato “Progetto Territorio” via Verona 1 Alessandria ed ho comunque riportato anche le firme dei suoi autori.

post scriptum del 21 dicembre

anche la Comunita' Montana, dopo una settimana, ha deciso di consentire la consultazione del Documento Programmatico Preliminare, ora leggibile suo sito. Ecco il link.

2 commenti:

Giuseppe Raggi ha detto...

COMUNITÀ' MONTANA DELLE VALLI CURONE-GRUE-OSSONA
OGGETTO: "Quarta Variante generale al P.RG.I. Vigente".

Questa Comunità Montana, al fine di evitare stasi all'edilizia causata dal mancato adeguamento a normative che disposizioni vigenti impongono di adottare, ha in fase di redazione la
IV° Variante generale al P.RG.I. vigente, per:
• Verifiche di compatibilita' idraulica e idrogeologica;
• Adeguamento P.R.G. alla normativa prevista dal PAI;
• Adeguamento del P.R.G. a seguito dell'alluvione dei mesi di ottobre-novembre 2000;
• Studi di valutazione di impatto ambientale e indagini sismiche nel progetto di variante al P.R.G.;
• Adeguare le norme tecniche di attuazione del P.R.G. ai parametri edilizi ed urbanistici definiti
con L.R. 19/99;
• Adeguamento alla normativa sul commercio L.R. 28/99;
• Adeguamento alla normativa regionale sull'inquinamento acustico;
• Adeguamento P.R.G. al Piano del Colore e dell'Arredo Urbano;
• Adeguamento P.R.G. alle indicazioni contenute nel Piano Territoriale Provinciale;
relativa al territorio della Comunità Montana.

GIUNTA DELLA COMUNITÀ' MONTANA DELLE VALLI CURONE GRUE OSSONA
CONFERENZA DEI SINDACI
La proposta di Variante al P.R.G.I. di C.M. che dovrà confermare e recuperare gli obiettivi generali
già assunti per la formazione del Piano, viene evidenziata da una serie di motivazioni che
l'Amministrazione ritiene sufficienti e che in estrema sintesi possono essere ricondotte:
• Esigenza dì creare nuove aree edificabili di completamento;
• Esigenza di aggiornare le previsioni insediative in funzione dei processi di attuazione PEC avviati e dei caratteri delle domande di intervento;
• L'adeguamento al P.A.I. Piano per l'Assetto Idrogeologico;
• La necessità di adeguare l'apparato normativo delle norme di legge nel frattempo emanate;
Gli obiettivi generali di Piano saranno:
• Orientare l'attività di governo del territorio;
• Rilanciare e sostenere le funzioni commerciali, residenziali, turistiche e artigianali;
• Costituire nel proprio ambito territoriale attuazione delle previsioni contenute nei piani
sovraordinati, in tal senso gli obiettivi dovranno essere coerenti con il Piano Regionale e con
il Piano Territoriale Provinciale;
• Localizzare le nuove zone di espansione in modo razionale rispetto alle infrastrutture esistenti e di previsione;
• La valutazione ambientale di piani e programmi (denominata anche valutazione ambientale strategica (VAS) introdotta a livello normativo dalla Direttiva CEE 2001/42/CE;
Nel contempo il Piano dovrà:
• Garantire a tutti l'accesso alle dotazioni di servizi dislocate e da dislocare sul territorio;
• Salvaguardare l'ambiente naturale, culturale e i paesaggi valorizzando nel contempo le risorse umane, naturali e culturali;
• Sviluppare in modo equilibrato le opportunità insediative;

Le strategie del Piano dovranno essere inoltre "sostenibili" cioè improntate ad un modello di
sviluppo che tenga in considerazione i possibili impatti sull'ambiente.
A garanzia della sostenibilità (sociale, ambientale ed economica) del Piano si dovranno adottare
adeguate misure:
• Specifica definizione di criteri di pianificazione e progettazione che consideri gli ambiti maggiormente vulnerabili (aree produttive, turistiche esistenti, infrastrutture, ecc.);
• Applicazione del principio del risparmio energetico e dei principi della bioedilizia nella
costruzione dei manufatti;
Conformemente alle linee strategiche della politica Comunitaria Nazionale e Regionale il Piano
promuoverà azioni di integrazione ambientale e individuerà alcuni fattori strategici per il
conseguimento degli obiettivi ambientali, quali:
• Attenzione al recupero delle tipologie edilizie esistenti, sia dei centri storici che agricole e all'uso dei materiali;
• Incentivazione al riuso degli immobili esistenti;
• Riduzione dei consumi di energia nel settore edilizio;
• Incentivazione dell'uso di materiali ecologici;
• Incentivazione dell'uso di fonti rinnovabili di energia;

DOCUMENTO PROGRAMMATICO PRELIMINARE
Redatto da “Progetto Territorio” via Verona 1 Alessandria

PREMESSA
Con l'entrata in vigore della nuova Legge Regionale n.l del 26.01.2007 che in attuazione dei principi di sussidiarietà, concertazione e copianifìcazione, disciplina le procedure di formazione ed approvazione delle Varianti Strutturali ai piano regolatori generali, il consiglio della Comunità Montana Valli Curone Grue e Ossona , su proposta della giunta adotta il presente "Documento Programmatico Preliminare " che costituisce atto di indirizzo per la pianificazione vera e propria, e per i contenuti e le previsioni dello strumento urbanistico.
La Comunità'. Montana Delle Valli Curone Grue e Ossona è dotata di P.R.G.I. "3° variante generale" approvato con D.G.R. N. 2-9577 del 09/06/20.03.
Il presente Documento di Programmazione viene redatto al fine di predisporre la IV revisione generale strutturale del Piano Regolatore Intercomunale della Comunità Montana Valli Curone Grue e Ossona
II Documento programmatico individua le linee fondamentali del futuro assetto dei territori comunali in ordine agli obiettivi di sviluppo e rispettive politiche di sviluppo in essere.

1. SCENARIO URBANISTICO DI RIFERIMENTO
Documento programmatico per un nuovo Piano Territoriale Regionale : nuovi stimoli per la pianificazione locale.
Il Documento programmatico per un nuovo Piano territoriale regionale pone, nelle conclusioni alcune importanti considerazioni che soltanto per semplificazione a slogan possono esser considerate sfide :
- Creare valore aggiunto territoriale , o in altre parole valorizzare il capitale territoriale cercando di trasformare il proprio modello di sviluppo
- Costruire gli attori territoriali dello sviluppo
- Integrare politiche e progetti del territorio: dal governament alla govemance del territorio.
Nel muovere le prime considerazioni per la variante del PRGI della Comunità Montana Valli Curone, Grue Ossona queste considerazione non possono essere tralasciate ed anzi forniscono utilissimo stimolo per la definizione delle scelte urbanistica, soprattutto per quanto attiene al tentativo di coniugare, almeno in parte, lo sviluppo locale con lo strumento di pianificazione sorpassando la logica dello sviluppo da un lato e della sua pianificazione dall'altro che trovano indirizzo comune soltanto per varianti.
Ciò non può voler dire, semplificando eccessivamente, costruire il piano omnicomprensivo perché, di fatto già vecchio appena nato, ma tuttavia quadro "pesante" di riferimento entro il quale attuare scelte di sviluppo con i dovuti approfondimenti che non snaturano la sostanza.

1.2 Lo sviluppo locale ed il Piano Territoriale Integrato: un' idea di sviluppo
L' idea guida del Programma Territoriale Integrato parte dal Documento di indirizzi del Piano Territoriale Provinciale. L'obiettivo del PTI per la fascia appenninica è quello sintetizzato nello slogan "sviluppo della risorsa ambiente" , ambiente inteso come occasione di risorsa economica ; altro punto di partenza sono gli ambiti a "vocazione omogenea " che il Piano Territoriale Provinciale individua sulla base delle caratteristiche storico culturali, paesaggistiche - ambientali, socio economiche del territorio che risultano una componente indispensabile di promozione e di possibile sviluppo economico del territorio stesso, nello specifico gli ambiti a vocazioni omogenea sono:
Ambito 10:1 colli Tortonesi
- Area di diffusione urbana
- Sviluppo delle attività agricole specializzate e delle attività produttive di trasformazione dei prodotti agricoli (polo ortofrutticolo e vitivinicolo)
- Sviluppo delle attività legate all'agriturismo
Ambito 11 A) Le Valli appenniniche : Val Curone
- Incentivazione del presidio umano del territorio
- Tutela del paesaggio e dei versanti
- Sviluppo delle attività silvo-pastorali e di trasformazione dei prodotti
- Consolidamento del polo turistico di Caldirola
- Sviluppo del turismo di villeggiatura e naturalistico
Dall' interpretazione delle vocazioni territoriali derivano obiettivi e " cluster" progettuali in cui andranno concentrate le risorse e le politiche multilivello, secondo una integrazione di un insieme di azioni in funzione dello sviluppo, nello specifico i principali obiettivi sono :
- Sviluppo della risorsa ambiente : obiettivo diretto alla gestione del territorio e del patrimonio ambientale in modo da sviluppare fonti energetiche rinnovabili ( eolico, idrica, legnosa) e provvedendo al contempo ad una manutenzione costante del territorio , la conseguente prevenzione dei rischi di dissesto e la creazione di opportunità occupazionali ;
- Sviluppo turistico : da incentrarsi su tre fondamentali cardini:
1) la qualità del paesaggio e territorio come principale fattore, che potremmo definire come una "attrattività primaria" del territorio stesso;
2) la creazione di una serie di ragioni per la visita , che potremmo definire "attrattività indotta" cioè creata da attività compatibili con i caratteri dell'attrattività primaria di forte richiamo ed articolare per vari "target" potenziali : sia sul tema dello sport all'aria aperta ( golf di Momperone e turismo golfìstico, strutture per la pesca sportiva, per l'equitazione ecc... fino alla realizzazione del Down Hill park a Caldirola ) , sia sul tema del benessere (centri benessere Montemarzino, Fabbrica Curone ecc...) tra di loro , facilmente intersecabili ed anzi sempre più complementari
- Incentivazione del presidio umano sul territorio: obiettivo mirato a tutelare e a preservare le caratteristiche relazionali, attraverso azioni che migliorino i servizi alla popolazione e promuovano la qualità della vita.

Il PTI pone in essere anche una strategia per il reperimento delle risorse finalizzato agli scopi prefissati e precisamente :
A) dar corso ad interventi di realizzazione di centrali di energia rinnovabile (essenzialmente vento ed acqua biomassa oltre al fotovoltaico) realizzati dalla Comunità Montana tramite appalto di realizzazione e gestione dell'opera pubblica in modo da ottimizzare l'investimento pubblico e dedicarlo alla fase di "start up" mantenendo al contempo, il più saldamente in mano, la proprietà degli impianti in modo da ottenere introiti duraturi nel tempo;
B) dar corso ad interventi di realizzazione di "ragioni di visita e di soggiorno in valle" con le stesse modalità del punto A) in modo da creare fin da subito diretta occupazione e indotto (es. turismo del golf, della pesca sportiva, equestre, del benessere) e con l'ambizione di creare una nuova residenzialità non soltanto rivolta ai residenti ma anche e soprattutto verso nuovi influssi sia dal vicino polo di Tortona ( in coerenza con, l'obiettivo del PTP di diffusione urbana dell'asse Novi -Tortona) sia e più in generale fornire un modello di residenza alternativo per l'hinterland milanese che, in fin dei conti dista a non più di 60 minuti di auto;
C) soltanto dato corso e realizzati i precedenti punti si potrà, realisticamente , mettere in opera politiche di "presidio del territorio" che non si limitino al semplice sussidio per i residenti stessi, peraltro sempre più anziani e bisognosi di servizi soprattutto alla persona.
Ma anche sulla politica di presidio del territorio val la pena di formulare qualche precisazione.
I tempi di percorrenza medi da e verso Tortona punto base per gli spostamenti verso Alessandria e Milano, configurano di fatto almeno tre situazioni :
- La bassa valle raggiungibile in 10 Minuti
- La media valle raggiungibile in 20 Minuti
- L'Alta valle raggiungibile in 30 Minuti
Ciò implica una inevitabile propensione maggiore o minore ad assorbire diverse idee e modelli per il presidio umano del territorio come sviluppato appresso.


1.3 Indirizzi del Documento preliminare alla redazione del Piano Paesistico
Si cita testualmente dal Documento di indirizzo del P.P. redatto dalla Provincia di Alessandria :
"... Da Agenda 21 Locale alla certificazione territoriale: modelli di sviluppo sostenibile.
E' necessario muovere dall'assunto che le esigenze di tutela e protezione di buona parte dei territori delle due Comunità Montane rappresentano l'unica azione possibile in grado di valorizzare le notevoli potenzialità naturalistiche e paesaggistiche dell'area, è possibile ipotizzare un modello di sviluppo sostenibile che, sulla scorta di un percorso, già avviato da altre realtà non lontane geograficamente (es. Varese Ligure ed il comprensorio montano ad essa afferente) ed attraverso l'adozione di modelli disciplinati dall'attivazione delle misure previste da Agenda 21 Locale, conduca alla certificazione ambientale.
In tale direzione, se con il termine sviluppo sostenibile si intendono azioni in grado di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni senza compromettere quelli delle generazioni future, ogni intervento previsto ed ogni opportunità successivamente considerata, dovrà essere compatibile con la tutela delle peculiarità ambientali espresse dal territorio. Sarà dunque il bilancio ambientale di ciascuna azione proposta a determinarne la reale applicabilità sul territorio. E proprio per questa ragione che, nelle linee di sviluppo proposte, il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili svolge il ruolo di protagonista cui fanno da corollario alcune altre azioni che completano il quadro ipotizzato.

La risorsa idrica e l'energia
La piovosità media annua, che per oltre il 50% del territorio si attesta su valori superiori ai 1.000 mm., e la dimensione dei sub-bacini imbriferi, già citati nella fase dedicata alla descrizione degli aspetti fisici del territorio, assegnano alla risorsa acqua un duplice ruolo: riserva per i territori di pianura e fonte potenziale di energia che si potrebbe tradurre in benefici economici per residenti ed operatori sul territorio delle Comunità Montane.
La possibilità di realizzare invasi di modesta entità (di volume compreso tra 500.000 e 1.000.000 di metri cubi di acqua), del tutto compatibili con le esigenze di tutela del territorio anche dal punto di vista meramente percettivo, rappresenta una prospettiva molto importante per le Valli. Inoltre essa rappresenterebbe una voce attiva nella redazione del bilancio ambientale ed un passo significativo verso l'obiettivo di certificazione ambientale (ISO 14000 - EMAS) del territorio.
Per quanto sopra esposto, pare delinearsi la necessità di approfondire la tematica di un sistema di bacini idrografici di ridotte dimensioni piuttosto che un unico grande invaso. Le possibili ricadute di un intervento siffatto sono sinteticamente :
- utilizzo plurimo della risorsa acqua (accumulo, regimentazione del corso, garanzia del deflusso minimo vitale, utilizzo ai fini irrigui);
- produzione di energia ecocompatibile come potenziale fonte di reddito fisso per la Comunità Montana (analogamente a quanto già avviene con l'addizionale sul gas metano);
– valorizzazione del contesto ambientale con importanti ricadute sul turismo e attività di filiera;

La risorsa Bosco e la tutela del territorio: la produzione di energia da biomassa
Analogamente l'enorme superfìcie caratterizzata dalla vasta copertura boschiva potrebbe rappresentare una risorsa da utilizzare a fini energetici coniugando l'esigenza di gestione e cura del bosco con finalità protettive conseguendo una sensibile riduzione dei tempi di corrivazione ed una contestuale maggiore stabilità dei versanti.
Il Piano Territoriale Forestale redatto dalla Regione Piemonte assegna ai boschi con funzione meramente produttiva una superficie pari a 1.520 ettari sull'intero territorio delle due Comunità Montane, ma tale superficie sale ad oltre 20.750 ettari comprendendo anche le funzioni produttiva e protettiva.
L' importante presenza dei castagneti (si ricorda che il castagno è specie pollonifera a rapido accrescimento), unita ad altre specie caratterizzate da turni di utilizzo più lunghi, potrebbe garantire un approvvigionamento stabile di biomassa utile, sia all'impiego per il riscaldamento degli edifici pubblici o utenze domestiche sia per scopi più ambiziosi che prevedano la produzione di energia elettrica.
La seconda ipotesi passerebbe attraverso la costituzione di Consorzi forestali tra i proprietari dei terreni boscati e di eventuali imprese pubbliche o private, in appoggio ad essi, fornendo un importante contributo alla creazione di nuovi posti di lavoro con gli immaginabili riflessi in campo sociale ed economico.
L'opportunità di sviluppo qui citata passerebbe inevitabilmente anche attraverso ad un miglioramento dell'accessibilità nei confronti di alcune zone delle Alte Valli e sottende ad una forma di concertazione territoriale finalizzata a fornire in loco importante ricadute in termini di incentivi economici.
Per quanto sopra esposto, pare delinearsi la necessità di approfondire la tematica citata. Le possibile ricadute sono sinteticamente:
- Attivazione di una filiera legata ali 'utilizzo della biomassa;
- Governo del territorio attraverso: la manutenzione dei boschi, il recupero funzionale del reticolo idrografico, il miglioramento della stabilità dei versanti;
- Produzione di energia ecocompatibile come potenziale fonte di reddito fisso per la comunità montana (analogamente a quanto già avviene con l'addizionale sul gas metano);
- valorizzazione del contesto ambientale con importanti ricadute sul turismo e attività di filiera;

Infine, paiono doverose alcune considerazioni in merito all'utilizzo dell'energia solare. Le caratteristiche tecniche degli impianti sono tali da considerarli generalmente compatibili con l'ambito oggetto del presente studio, fatta salva la verifica puntuale del loro impatto visivo

L 'artigianale di eccellenza
Strettamente collegato all'utilizzo del bosco, anche se più marginale rispetto al prospettato impiego di biomassa ai fini di produzione energetica sta l'impiego di legname – segnatamente di castagno - per la cosiddetta "paleria da opera", di diverse pezzature, parte della quale potrebbe essere reimpiegata nell'esecuzione degli interventi di ingegneria naturalistica finalizzati alla regimazione idraulica ed alla sistemazione dei versanti. Va sottolineato che il materiale di castagno oggi impiegato ha provenienze trentine quando non extranazionali.
Analogamente si potrebbe immaginare la produzione di altri oggetti quali scandole per la realizzazione ed il recupero dei tetti ecc..
Ad un processo di riutilizzo del legname prodotto nelle Valli, ma indirizzato ad altre pezzature ed altre tipologie di materiale forestale, è collegata la riscoperta e la valorizzazione della tradizione mobilierà delle due Valli. Attualmente relegata ad un ruolo assolutamente marginale, tale attività, legata sia all'utilizzo del bosco sia alla realizzazione di nuovi impianti specializzati di arboricoltura da legno, potrebbe rappresentare l'artigianato d'eccellenza, un fiore all'occhiello per completare l'offerta di un territorio.

Il turismo dolce e la tutela ambientale
Strettamente correlato alla tutela ambientale ed alla istituzione di zone di protezione ambientale (es. Parco dell'Antola) sta l'offerta turistica del territorio orientata a forme di turismo dolce improntato all'osservazione ed alla fruizione dei luoghi dotati di elevata valenza naturalistica. Le emergenze storiche, ambientali e paesaggistiche presenti nel territorio delle Comunità Montane rappresentano elementi di elevata attrattività turistica che dovranno essere supportati da un 'indispensabile capacità ricettiva.

La valorizzazione dei prodotti enogastronomici
A completamento dell'offerta turistica per incrementare ulteriormente l'attrattività del territorio si rende necessario valorizzare e rilanciare un "paniere" di prodotti tipici dell'enogastronomia dedicati a chi ama una fruizione meditata del territorio in tutti suoi aspetti.
L'ormai consolidata posizione del formaggio "Montebore", presidio di Slow Food, ed apprezzato prodotto locale caratterizzato da una domanda che esaurisce abbondantemente l'offerta del territorio, potrebbe creare sinergie con l'importante - anche se stagionale - mercato dei tartufi e dei funghi, con la frutta (dalle rinomate pesche di Volpedo, alle ciliegie di Garbagna, alla fragola profumata di Tortona, alla mela "Carla" della Val Borbera), con gli ortaggi ("fagiolana" della Val Borbera, patata "quarantina") con la produzione enologica - quasi completamente appannaggio della bassa Val Curone e della Val Grue – caratterizzata dalla presenza di vitigni da riscoprire quali il Timorasso o consolidare (Barbera dei Colli Tortonesi) o ancora con il miele ed i prodotti dell'alveare, con le essenze officinali e le erbe aromatiche, non dimenticando per la classica produzione cerealicola il mais "ottofìle" Tortonese, con l'ottima carne prodotta nelle Valli, si veda la proposta di una D.O.P. Della "Carne Bovina all'erba del Giarolo Panà Ebro "o, ancora, con le trote dei suoi torrenti.

UN'IDEA DI STRUTTURA DI PIANO
Il territorio da tutelare come risorsa:
L'analisi rivela dunque una forte potenzialità legata, soprattutto nell'alta valle, al mantenimento dei caratteri originari in funzione delle potenzialità di richiamo turistico dell'area, concentrandosi sugli incentivi necessari a risolvere locali e circoscritte criticità, derivanti da isolati episodi di incoerenza.
Per la media valle occorrerà dapprima evidenziare alcune differenze al fine di meglio plasmare la normativa sulla base delle diverse realtà, in secondo luogo pare ipotizzarle la messa in opera di una serie di incentivi per favorire la residenzialità, ovviamente a condizione di governare le modificazioni con adeguati strumenti di controllo qualitativo del costruito.
Il territorio da tutelare per la sua valorizzazione. Lo slogan tenta di sintetizzare il concetto che solo attraverso la tutela dei caratteri paesistici del territorio (perché di fatto unico vero elemento di richiamo) si può pensare ad una sua reale valorizzazione in funzione di argine contro lo spopolamento.
Per la bassa valle occorrerà prevedere una griglia di compatibilità e controllo delle modificazioni del territorio, già peraltro parzialmente compromesso, ai fini del miglior suo utilizzo.

Il territorio da utilizzare come strumento delle risorse per l'intero ambito .
Anche in questo caso lo slogan vuole sintetizzare il concetto della necessità di reperire le risorse necessario per : supportare economicamente una politica di accurata tutela dei caratteri dell'architettura rurale in alta valle (per es. pensare ad incentivi e abbattimento costi delle ristrutturazioni per utilizzo tecniche e materiali tradizionali); far diventare il territorio una reale attrattiva turistica; supportare economicamente i Comuni delle alte valli; dotare la media valle di migliore accessibilità e mobilità in maniera da favorire una residenzialità di " alta qualità paesistica".
Queste risorse possono essere reperite realisticamente con una politica di imprenditoria pubblica o pubblico-privata basata su tre filoni principali:
- utilizzo perequativo del territorio: si può ipotizzare la realizzazione di Piani per Insediamenti Produttivi in fondo valle per aree di produzione ambientalmente e paesisticamente compatibile e Piani Edilizi Convenzionati, per insediamenti più marcatamente di natura residenziale (senza escludere il piccolo artigianato) in funzione di valorizzazione e al tempo stesso effetto calmiere del mercato immobiliare;
- incentivazione sviluppo delle attività legate al turismo ed in genere alla valorizzazione delle qualità paesaggistiche del territorio
- razionalizzazione ed ottimizzazione delle fonti di energia rinnovabili presenti sul territorio (es. acqua, biomassa, sole, ecc) tramite la realizzazione di società miste pubblico-privati che producano reddito tangibile da ridistribuire sul territorio tramite le Comunità Montane.
Le tre indicazioni evidenziate, sembrano altresì in coerenza con la necessità rilevata dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, di evidenziare i caratteri dei paesaggi, in virtù del loro grado di compromissione.
L'ipotesi di sviluppare il territorio con azioni strettamente connesse e supportate dalla sua tutela pare coerente anche con la letteratura disponibile infatti, come bene evidenziato dal "Manuale Guida per il recupero degli elementi tipici dell'architettura dei manufatti della tradizione rurale montana e degli insediamenti montani", la sostanziale scarsa modificazione - soprattutto per il paesaggio montano - consente realisticamente, di pensare ad un approfondimento normativo che affronti le problematiche legate alla tutela dell'impianto urbanistico, sia per quanto attiene alla sua morfologia, che per la trama viaria portante, che per gli spazi interni, sia ovviamente alle regole per l'aggregazione edilizia, tentando di correggere o mitigare alcuni episodi in netto contrasto.
Si ha quindi la percezione di poter disporre dello strumento del Piano Paesaggistico in una condizione al contorno favorevole e non di dover introdurre disposizioni cautelative e/o vincolanti in situazioni ormai compromesse.
Si ritiene pertanto che vista la situazione esistente, il Piano Paesaggistico possa realmente operare con presupposti ottimali e non, come purtroppo si deve di solito registrare, in condizioni di irrimediabilità a causa di compromissioni ormai intervenute.


2 II quadro dello stato di fatto e le principali scelte di PRGI : l'assetto paesaggistico, la residenzialità, il comparto turistico-ricettivo, le attività agricole, il comparto produttivo tradizionale , i servizi

2.1 L'assetto paesistico
Le ipotesi di sviluppo e di pianificazione paesistica sopra esposte presuppongono da un lato la conservazione del paesaggio e dei suoi caratteri identifìcativi come risorsa per la valorizzazione turistica e dall'altro l'esame delle possibilità di una loro inevitabile variazione in funzione di una approfondita valutazione costi/benefìci.
L'ipotesi di perequazione "territoriale" si basa infatti sulla messa a punto di una serie di "cespiti " derivanti da Fonti Rinnovabili gestiti in prima persona dalla C.M. (acqua e soprattutto vento oltre a biomassa e fotovoltaico ) in grado di fornire indispensabili risorse per la tutela e valorizzazione del territorio sopratutto di alta valle.
La variante dovrà farsi carico di individuare ambiti e di mettere a fuoco inevitabili successivi momenti di valutazione, non solo in termini di impatto ma anche e soprattutto di costo-beneficio; ciò non dovrà significare una ricaduta a "cascata" dei momenti di pianificazione ma essenzialmente una necessità di approfondimento tematica ( VAS ) visto l'entità della posta in gioco.
Anche in questo caso pare ritornare una possibile distinzione (anche se dai contorni decisamente sfumati nelle parti di confine) tra bassa, media ed alta valle sia sotto i caratteri paesaggistici propri (es possibili viste "lunghe " verso la pianura negli ambiti collinari della bassa valle da tutelare e valorizzare; viste più ristrette incentrare sul corso del Curone e Grue ) sia sotto quelli strettamente insediativi (nuclei urbani e urbano-rurali, oltre che stati diversi di compromissione.

2.2 La residenzialità
Attuazione delle previsioni di PRGI
Il PRGI vigente dimensionava la capacità insediativi teorica della Comunità Montana in 18.218 vani/abitanti potenzialmente insediabili con un previsione di nuova vani/abitanti di 2.343 oltre a una previsione di 300 vani/abitanti provenienti da recupero di rustici .
Le previsioni di PRGI sono concentrate prevalentemente in zone limitrofe agli abitati storici per i comuni minori e si limitano, di fatto, alla possibilità di realizzare alcuni insediamenti uni/bifamiliari in lotti attigui agli abitati storici, le espansioni di maggior peso si concentravano sugli abitati direttamente posti sulla provinciale con ruolo trainante dell'abitato di S. Sebastiano Curone e Garbagna.
Nel periodo di operatività (2002/2007) l'attuazione complessiva del PRGI è quantifìcabile in circa il 40%.
L'attuazione delle aree è prevalentemente da ascriversi agli abitati di Monleale, S Sebastiano Curone e Momperone per quanto riguarda la Val Curone, Garbagna e Montegioco per quanto attiene la Val Grue, mentre per gli altri centri le previsioni di espansione residenziale, anche se assolutamente di dettaglio, sono rimaste in parte sulla carta.
La suddivisione meramente strumentale tra bassa, media ed alta valle ed assolutamente "sfrangiata", per quanto attiene alle aree di confine, è funzionale alla definizione di possibili ruoli in merito alla residenzialità che può effettivamente assumere tre caratteri sufficientemente distinti tra loro, e peraltro, tra loro intersecabili con differenti percentuali:
- per la bassa valle ed i comuni gravitanti direttamente su Tortona (Volpeglino, Monleale, Castellania, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Berzano di Tortona , Montegioco, Montemarzino, Pozzol Groppo) la residenzialità può potenzialmente assumere i caratteri auspicati dal PTP come "polmoni" per gli abitati di Tortona, ed assumere i caratteri di aree di diffusione urbana oltre a fornire quel possibile modello di residenza ad " alta Qualità paesaggistica";
- per la media valle (Comuni rivieraschi fino a S. Sebastiano Curone, Comuni Val Grue fino a Garbagna ) aumenta il tasso di residenzialità dipendente dalle "occasioni" di sviluppo locale citate in premessa, rimanendo valide, ma meno "pesanti" quelle legate alla mera diffusione urbana del sistema Novi-Tortona. adatta sia alla diffusione urbana che a specifica nuova residenza in arrivo dall'hinterland milanese ;
- per l'alta Valle, visti i tempi di percorrenza, le densità abitative e i dati socio-economici, pare non possa essere realmente perseguibile una politica di mantenimento di residenzialità se non dipendente dalle "occasioni" di sviluppo locale citate in premessa, al comparto ed all'indotto dei settori produttivi (attività di agricoltura ed allevamento estremamente specializzate e di "nicchia") o del turismo (sport sopra citati, down hill Caldirola, pista bob estive e sci invernale, strutture per centri benessere e sportivi in genere).
Accanto ovviamente ad una residenzialità sempre meno importante tuttavia legata alle "radici" .
Per tutto il comparto valgono alcune considerazioni di natura "strutturale":
1. vista la struttura del territorio e la natura e le caratteristiche degli abitati storici gli eventuali ampliamenti dovranno necessariamente configurarsi come ricuciture di ambiti già urbanizzati o ampliamenti delle urbanizzazioni esistenti ed ad esse contigue ed integrate
2. in corrispondenza degli episodi di richiamo turistico si prevederanno espansioni con priorità al comparto turistico-ricettivo ed in subordine al comparto residenziale privilegiando il riuso dell'edificato esistente e laddove necessario si provvederà a prevedere espansioni con caratteri di edificazione il più possibile rispondenti a parametri di tradizione e qualità.

2.3 Il comparto turistico-ricettivo
La Comunità Montana caratterizza, all'oggi, la sua attrattività turistica prevalentemente sulla valorizzazione delle attrattività del paesaggio (non strutturato tuttavia e poco fruibile di fatto) e sul comparto dei prodotti enogastronomici tipici.
Le iniziative in atto
In attuazione dello scorso sessennio di fondi Strutturali europei (2000-2006) l'Amministrazione della Comunità Montana ha dato vita ad una serie, ancora in itinere, di interessantissimi interventi in ordine all'idea di costituire "nuove attrattività" in primis la realizzazione del golf a Momperone ma anche altri importanti progetti come il centro benessere di Montemarzino, il centro Benessere di Fabbrica Curone; oltre ai progetti di rilancio di Caldirola, storica stazione di sci invernale con l'approvazione del progetto Down Hill park importantissimo al culmine della valle.
In generale l'obiettivo della C.M. si è delineato nel corso del tempo come la costruzione di un sistema agricolo-turistico-ambientale che sappia integrare ruralità, prodotti tipici, ambiente, strutture turistiche ricettive promuovendo l'identità culturale e il miglioramento della qualità della vita quanto sopra citato si esplica in una lunga serie di iniziative concluse ed in corso di cui all'allegato A al presente documento

La domanda potenziale
II quadro sopra esposto prefigura una domanda potenziale in crescita trainata dalla realizzazione del Golf a Momperone e dagli altri episodi di sviluppo . Il PRGI dovrebbe in qualche modo porsi il problema della definizione qualitativa oltre che quantitativa degli interventi in ordine al più generale progetto di valorizzazione di valle che proprio dalle caratteristiche del paesaggio trae spunto principale.
Pare del tutto evidente quindi l'intento di incentivare iniziative di attrattiva turistica con caratteri compatibili con la tutela e valorizzazione del paesaggio e della "risorsa ambiente".
In questa ottica prende corpo l'iniziativa dell'albergo diffuso spina dorsale della futura offerta turistica. Per albergo diffuso si intende una ricettività diffusa, una forma di accoglienza turistica orizzontale situata in contesti paesistici di pregio ( centri storici, borgate rurali .....) con camere dislocate in edifìci diversi se pur vicini tra di loro coordinati da un baricentro adibito all'erogazione di servizi comuni. Sono del tutto evidenti i benefìci in termini urbanistici:
- incentivazione la recupero di edilizia rurale esistente;
- minor utilizzo di suolo;
- messa in "rete" di ambiti rurali ed urbani.

2.4 Le attività agricole
La strumentale suddivisione tra bassa, media e alta valle trova un'altra ragione anche dall'osservazione del comparto agricolo: la bassa valle infatti caratterizzata dalle colture tipiche e più redditizie della frutta con poli di assoluta eccellenza per la coltivazione delle pesche.
La media valle dispone anch'essa di un polo di assoluta eccellenza rappresentato dalla produzione delle ciliegie di Garbagna ( presidio slow - food ).
Per l'alta valle si noti la presenza di qualche significativa attività casearia ( presidio slow-food del Montebore).
Il tutto configura un quadro di tentativo di valorizzazione delle Valli nel loro complesso che dovrebbe trovare una qualche rispondenza proprio in sede di PRGI, almeno su temi di colture ed aree salvaguardia per il comparto tartufìgeno (in ottemperanza alla Legge Regionale) per quello dell'ortofrutta con l'individuazione dei frutteti di qualità e della loro salvaguardia con particolare riguardo , anche in questo caso alla qualità edificatoria all'interno degli ambiti agricoli produttivi in ordine al generale obiettivo di salvaguardia del paesaggio come risorsa/attrattiva da valorizzare.

2.5 II comparto produttivo tradizionale
II PRGI vigente prevede alcune localizzazioni di attività produttive a carattere "puntuale"e generalmente riconducibili alla salvaguardia o all'espansione delle attività in atto.
Come sopra esposto l'idea di Piano si basa su tutti i possibili meccanismi di perequazione e fra questi si vuole proporre la realizzazione di un Piano per Insediamenti Produttivi di Comunità, posto in area idonea in basa valle dove concentrare le attività produttive di interesse. Il PIP potrebbe essere alimentato e divenire esso stesso centrale di energia rinnovabile (es fotovoltaico e Biomassa ), inoltre , se gestito , direttamente dalla C.M. Avrebbe l'ulteriore pregio di poter fornire alla stessa un altro cespite da ridistribuire in alta valle per una coerente politica di incentivazione dei modi del costruire tradizionale.

2.6 I servizi
Vista la natura estremamente frazionata anche degli insediamenti e le scarse risorse delle municipalità (viste anche le loro ridotte dimensioni) pare opportuno pensare a due differenti livelli di infrastrutturazione per i servizi; da un lato occorrerà predisporre una rete di piccole o piccolissime previsioni di aree per servizi destinate alla risoluzione di bisogni primari (parcheggi, aree per interesse comune) evitando al massimo la dispersione invece per quanto attiene alle aree a verde pubblico in quanto non strettamente necessarie per la qualità della vita dei residenti potenziali; motivo invece di attenzione e richiamo se concentrate in ambiti a valore di Valle dove concentrare le risorse, anche manutentive (soprattutto nei comuni di S.Sebastiano Curone e Garbagna). Discorso a parte merita sempre l'abitato di Caldirola per il quale occorrerà (compatibilmente con la situazione geologica) predisporre una buona dotazione di aree per assorbire l'eventuale (ed agognato) rilancio delle attività turistiche.

3 Lo sviluppo locale ed il Piano Regolatore Intercomunale : un' idea di perequazione territoriale
L' architrave sul quale si vuole poggiare lo sviluppo del territorio della Comunità Montana poggia dunque su tre grandi pilastri :
1. gli introiti da fonti di energie rinnovabili gestite dalla Comunità Montana;
2. lo sviluppo di una rete di "attrazioni turistiche " che partendo dal territorio e dal paesaggio ne esaltino e valorizzino le potenzialità;
3. lo sviluppo delle attività artigianali tradizionali (anche se di evidente minor incidenza) concentrate in un ambito adatto evitando la proliferazioni di varie aree con evidenti benefici sia in termini di utilizzo del territorio che di utilizzo delle risorse;
4. lo sviluppo delle attività turistico-ricettive incentrate sull'iniziativa dell'albergo diffuso. Consolidato il quadro delle risorse locali e con la possibilità di ridistribuire gli introiti per la perequazione su area vasta, si potrà seriamente pensare a politiche sia, ed in primis, di livello costante di qualità dei servizi per i residenti, sia di incentivo alla caratterizzazione del patrimonio edilizio locale.
Un territorio attrattivo e " caratteristico" , una volta varcata la soglia dello start up, è in grado di autoregolarsi, compreso infatti il valore della sua caratteristica anche come risorsa economica, la tutela automaticamente, per assurdo quasi senza esigenze normative, in quanto valore pienamente e profondamente condiviso.
In questo quadro la Comunità Montana può effettivamente "perequare" le risorse e farle convergere laddove la demografìa e la tutela del territorio non possono oggettivamente ricrearle se non a meno di un assurdo sconquasso del territorio stesso.
Possedere le risorse per superare questa fase di start up consente di coniugare il binomio tutela-sviluppo; ad esempio incentivando con contributi ad hoc interventi di tutela della tipicità e qualità architettonica.
In questo quadro è possibile pensare ad una normativa non solo e soltanto di quantità ma anche e soprattutto di qualità, obiettivo principale del PRGI.

Arch. Luca Massa
Arch. Simona Illario

ASPETTI GEOLOGICI E IDRAULICI
L'attuazione delle previsioni di trasformazione urbanistica ed edilizia, di cui si sono esplicitate le ragioni ed illustrati gli obiettivi in conformità alle linee programmatiche di sviluppo definite dalla C.M. e al quadro legislativo esistente, necessita di una verifica di compatibilità fra quanto tratteggiato sul piano previsionale di utilizzo e le condizioni dell'assetto geologico e idraulico del territorio comunitario, valutato non solo in riferimento al suo stato attuale, ma anche alla sua prevedibile evoluzione.
A tale proposito il documento tecnico proprio della pianificazione di livello comunale e intercomunale che consente di dare corso a tale verifica, secondo quanto previsto dalla normativa di settore (Ciré. P.G.R. 8 maggio 1996 n. 7/LAP, Delib. C.I. Autorità di Bacino del F.Po in data 26/04/2001 approvato con D.P.C.M. in data 24/05/2001 "Indirizzi per l'attuazione del PAI nel settore urbanistico", D.G.R. 15/07/2002 n. 45-6656) è rappresentato dalla "carta di sintesi della pericolosità geologica e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica".
All'approfondito quadro conoscitivo dell'assetto fisico del territorio delineato attraverso la redazione delle diverse carte tematiche di analisi e della carta di pericolosità che ne rappresenta la sintesi divenendo strumento operativo, si perviene attraverso la raccolta, l'organizzazione, l'analisi critica e l'elaborazione dei dati di letteratura, di terreno e di ricerca acquisibili. Essi consentono l'espressione di giudizi compiuti circa la propensione urbanistica dei vari settori individuati e la disposizione di eventuali vincoli e limitazioni alle attività di trasformazione e d'uso del suolo.
Nella fattispecie, il documento amministrativo che disciplina attualmente le attività urbanistiche nell'ambito della Comunità Montana delle Valli Curone, Grue e Ossona è costituito dalla 3a Variante al P.R.G.I. approvata con D.G.R. 2-9577 del 09/06/2003.
La documentazione geologico-tecnica-idraulica elaborata a supporto di tale variante è però, a tutt'oggi, non più conforme con le previsioni normative di cui agli indirizzi per l'attuazione del P.A.I. (Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico) nel settore urbanistico, necessitando quindi di un aggiornamento e di un adeguamento che deve tenere conto non solo delle nuove verifiche e censimenti da espletare (ad es. SICOD - Sistema informativo catasto delle opere idrauliche), ma anche delle più recenti acquisizioni della banca dati regionale sullo stato del dissesto (progetto IFFI - Inventario Fenomeni Franosi in Italia).
Circa gli aspetti idraulici, che rivestono importanza primaria nella valutazione di pericolosità delle fasce alluvionali di fondovalle e delle zone di sbocco degli affluenti laterali, si potrà disporre di un'approfondita analisi del regime idraulico nel frattempo effettuata mediante l'impiego di codici di calcolo (HEC-RAS) sia sulle aste principali (Torrenti Curone, Grue e Ossona) e loro maggiori affluenti (Museglia e Arzola per il T. Curone, Rio Maggiore o Garbagnolo per il T. Grue), sia sui rii minori, riferita ai prevedibili scenari legati ad eventi di piena con diversi tempi di ritorno.
A tale contributo, apportato a cura della C.M. nell'ambito degli adeguamenti del P.R.G.I. Con quanto definito dal P.A.I., si aggiunge quello prodotto per l'Autorità di Bacino del F. Po nel quadro dell'attività di pianificazione istituzionalmente svolta sul bacino stesso e riguardante, in questo specifico (Sottoprogetto SP • 1.4 - Rete idrografica minore naturale e artificiale), la perimetrazione delle fasce fluviali per assegnati tempi di ritorno e la definizione dell'assetto di progetto dell'asta del T. Curone nel tratto compreso fra il ponte della strada comunale Cà Tolone-Selva Superiore, San Sebastiano Curone - Volpedo.
E' opportuno evidenziare che quest'ultimo studio riveste, allo stato, soltanto carattere di elaborazione ufficiosa, in quanto non ancora ufficialmente recepito con formale procedura. Nelle valutazioni di pericolosità idraulica e nella definizione dei vincoli ad essa conseguenti, si terrà tuttavia conto dei risultati cui è pervenuto.
Gli aspetti programmatici legati all'allestimento della documentazione geologico-tecnica-idraulica riguardano essenzialmente le linee guida metodologiche alle quali si intende informare le attività di studio e di indagine che saranno sviluppate in stretta aderenza alla più aggiornata normativa di settore e secondo il fondamentale concetto di armonizzare le previsioni di utilizzo urbanistico del territorio con le reali condizioni di pericolosità che lo caratterizzano, in funzione della tipologia, della quantità e della frequenza dei processi di dissesto già operanti o che vi si possono innescare.
La valutazione della pericolosità geologica e idraulica del territorio comunitario, da compiersi con l'obiettivo primario di indirizzare le previsioni di utilizzo urbanistico innanzitutto secondo criteri di sicurezza insediati va e quindi di garanzia dell'incolumità della popolazione residente, nonché di salvaguardia dal danno economico, oltre che in aderenza a princìpi di conservazione, difesa e valorizzazione del suolo, si tradurrà in una zonizzazione secondo classi di differente pericolosità, attraverso successive e conseguenti fasi operative così individuabili:
-raccolta, organizzazione ed analisi dei dati residenti nelle banche dati della Regione Piemonte dei singoli Comuni e di altri Enti territoriali, nonché di quelli ricavati da analisi ed interpretazione aerofotogeologica e sistematiche indagini di campo, relativi a tutti gli elementi di carattere geolitologico, geomorfologico, idrogeologico e idraulico e di quant'altro consenta una valutazione oggettiva del dissesto in atto o della propensione allo stesso, anche attraverso l'uso di metodologie innovative qualora sussistano i presupposti per una loro applicazione (es. tecnica dei permanent scatterers);
-sulla scorta della quantità e tipologia dei processi rilevati saranno definite aree omogenee a differente pericolosità intrinseca geologica e idraulica, a ciascuna delle quali verrà assegnata una classe di pericolosità secondo definizioni normativamente stabilite e attribuita la corrispondente propensione all'utilizzo urbanistico con i relativi vincoli d'uso;
-a partire dal documento cartografico espressione della sintesi della pericolosità geologica e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica elaborata per tutto il territorio comunale, si procederà a caratterizzare più approfonditamente, ad una scala di maggior dettaglio, le aree e i loro significativi intorni, destinate a nuovi insediamenti, completamenti e interventi pubblici di particolare rilevanza, al fine di rendere evidenti le condizioni di edificabilità e d'uso di ciascuna di esse.
In riferimento a quanto previsto all'art 2 della L.R. 26/01/2007 n. 1 per ciò che concerne l'inserimento del titolo IV bis nella L.R. 56/1977, riguardante le nuove procedure per la pianificazione comunale si afferma, in ultimo, che lo studio da intraprendere è inteso ad aggiornare e, laddove necessario, modificare il quadro dei dissesti contenuto nel P.A.I.

ATI geologi incaricati

Anonimo ha detto...

beh. Complimenti per il post, molto interessante.
Si evidenziano alcune perle :
"Artigianatao di eccellenza": tagliare castagni per fare pali e biomassa.. trattasi di eccellenza nell'uso della motosega ?
"C'è poco sviluppo edilizio". In onore ai piani quinquennali della vecchia URSS, famosi sia per il rispetto delle regole economiche e di mercato, sia per quelle dell'ambiente , si decide di forzare l'attività edilizia. Problema: chi abiterà quelle case ? in valle ci sono villaggi abbandonati per mancanza di abitanti. Si pensa forse di traferire come forzati abitanti da Milano ?

Sono solo due delle perle contenute. Ci sarebbe da fare un poema sulla matrice "Aria fritta- acqua calda" costituita da questo piano costoso, velleitario e realistico come un romando di Asimov. A cui aggiungere il costo di tutta la variante, naturalmente pagato dai soliti sudditi.....
"Chi è causa del Suo mal pianga se stesso"