09 gennaio 2009

eolico "questione aperta"

Da "Il Piccolo" di mercoledì 7 gennaio 2009

Torna a soffiare il vento dell'eolico in alta val Borbera dove gli amministratori della Comunità montana non fanno mistero di essere, ormai da oltre un mese, in attesa di una proposta dell'Enel, la società che intende sfruttare la forza del vento per produrre energia elettrica.
«Se arriverà la proposta, comprensiva delle ricadute economiche per tutti i comuni, la analizzeremo con il prioritario scopo di avviare una capillare consultazione con la popolazione - anticipa il presidente della Comunità montana. Paolo Caviglia - perché, come abbiamo sempre fatto, intendiamo continuare ad amministrare dialogando».
Ma l'ipotesi di sfruttamento dell'energia eolica stimola la sensibilità ambientale degli abitanti della val Borbera. Come i lettori certamente ricorderanno, nel 2005 circa 150 cittadini hanno dato vita al
"Comitato Ebro", battendosi per lo sviluppo di forme di energia rinnovabile, non esclusa quella
eolica, che tenessero conto anche del loro impatto sull'ambiente. '
«Per noi - dice il portavoce del comitato – la questione non è mai stata e non è dire no all'eolico, ma capire dove e come sia possibile realizzarlo. La Val Borbera e la Val Curone sicuramente non sono luoghi adatti ai mega impianti. Dovremmo essere tutti d'accordo che questi temi vanno discussi e decisi con il massimo di trasparenza e di partecipazione. I nostri amministratori, invece, hanno capovolto il proprio punto di vista, senza fornire particolari spiegazioni, salvo la convenienza economica, tralasciando ogni altro aspetto e soprattutto senza concedere alcuno spazio di informazione o di discussione. Da ultimo, l'ignoto autore di un articolo di stampa giunge a chiedere “i nomi” di quanti con il loro dissenso (che sia o meno "ideologico") si macchierebbero della colpa di sottrarre ai propri compaesani la "manna" costituita da milioni di euro di proventi considerati sicuri. Questa caduta di stile è il sintomo di un modo di impostare la questione che offende in primo luogo chi, come noi, ha sempre argomentato con chiarezza e trasparenza le proprie posizioni e ha promosso momenti di confronto pubblico partecipati ed aperti».
«Sollecitare contro i "nemici del popolo" gli istinti primordiali della "maggioranza silenziosa " è una politica spesso praticata in passato. Si cerca in modo "bipartisan" di adottarla anche oggi in situazioni in cui le comunità locali rivendicano il proprio diritto a controllare le scelte che influiscono sull'uso del territorio e dei beni comuni, ma non è mai stata e non è una buona scelta. Per nostra parte - conclude - continueremo nel nostro impegno senza lasciarci condizionare».
L.A.


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