06 novembre 2010

Sette Giorni e l'impianto eolico

E' il settimanale locale più diffuso e di maggior tradizione. Gli si può attribuire una certa autorevolezza e quindi la linea che sceglie su un determinato argomento ha un peso nel dibattito pubblico.

Il 23 ottobre Sette Giorni ha dedicato all'eolico il titolo di apertura in prima pagina e un lungo articolo, non firmato. All'interno si leggeva anche un intervento, piuttosto confuso, con il quale l'estensore (anonimo) invocava il federalismo per la spartizione del "tesoro" costituito dai progetti di impianti eolici industriali.

Nel successivo numero. il 30 ottobre, l'articolo di apertura in prima pagina, in forma di lettera (non firmata, come vergognoso ma consueto costume locale) "un gruppo di amici originari delle valli, e non" chiedeva in sostanza ai partiti politici di esprimersi. Il direttore chiosava questo intervento mettendo a disposizione il giornale per ospitare la discussione. All'interno, con un altro intervento, un anonimo "consigliere comunale di un comunello del tortonese" proponeva di creare una fondazione per gestire i fondi

Nel numero in edicola oggi 6 novembre compare una lettera a firma del signor Marini, assessore dell'ente montano, che si scaglia contro quest'ultima ipotesi e rivendica i proventi dell'eolico per il territorio. Nota mia personale: l'autore, in tema di rappresentatività degli organi elettivi, ripropone argomenti già espressi in una lontana polemica con il sottoscritto, con lo stesso stile e la stessa padronanza della grammatica e della sintassi.

Sempre nel numero in edicola oggi compare anche un lungo intervento dal titolo "Alcune considerazioni sull'eolico" a firma " Ing. Giorgio Cremonte - Ing. Andrea Mogni".

Lo ripropongo per intero




Sette Giorni a Tortona - Sabato 6 Novembre 2010 – pagina 5

ln questi giorni si rincorrono le notizie di imprese e multinazionali operanti nel settore dell'energia eolica che formulano proposte economiche per la realizzazione di un grande parco eolico da localizzarsi sull'Appennino, tra le province di Alessandria e Pavia. L'opera in progetto è stata ribattezzata. con grande tempismo e buona semantica, con il nome Parco Eolico Terre del Giarolo, dal nome della Comunità Montana che ospiterà gran parte delle pale eoliche.
Pare infatti che oltre ai Comuni di Albera Ligure, Cabella Ligure, Cantalupo Ligure, Fabbrica Curone e Montacuto, la realizzazione delle 40-50 pale eoliche da 3.0 MW ciascuna, con altezze di 100-120 metri, da posizionare sul crinale, andrà ora ad interessare anche il territorio pavese, nel Comune di Santa Margherita Staffora.
Sembra quindi indispensabile fare qualche riflessione sulla suddetta iniziativa.





CONSIDERAZIONI DI CARATTERE TECNICO-AMBIENTALE
Come detto, le pale eoliche. di dimensioni rilevanti (per potenze unitarie pari a quelle prospettate l'ordine delle altezze verticali è oltre i 100 metri) verranno posizionate sull'intero crinale appenninico che parte dal monte Giarolo e si snoda in direzione del territorio pavese, per diversi chilometri di montagna. A dispetto della potenzialità di progetto dell'impianto, pari a circa 150 MW, oltretutto posizionato in una zona particolarmente ventosa e quindi adatta alla produzione eolica é necessario fare presente:
- il carattere notevolmente invasivo e degradante a parco eolico ultimato rispetto ad un territorio montano fortemente caratterizzato dal punto di vista naturale e paesaggistico, meritevole di salvaguardia in quanto unicum nel suo genere;
- il carattere marcatamente invasivo delle lavorazioni per la realizzazione del parco eolico (costruzione di infrastrutture viarie da valle sino in cresta, trasporto di materiali, realizzazione dei plinti, pozzi e pali di fondazione, realizzazione di cavidotto interrato per circa 20 km con relativa strada di accesso, etc.) Le lavorazioni suddette sembrano poter produrre danno ancora maggiore rispetto a quello paesaggistico, in quanto danneggiano, non solo irreversibilmente, ma anche strutturalmente l'ambiente naturale;
- lo scarso pregio dell'energia eolica in riferimento alla sua incostanza produttiva ed alla impossibilità di programmare temporalmente la produzione di energia. Si tenga presente che I'energia eolica nel Mare del Nord, ove le pale eoliche sono molto diffuse, produce elevati picchi di potenza, con conseguente sovrapproduzione e crollo del prezzo di mercato dell'energia elettrica prodotta.

CONSIDERAZIONI DI CARATTERE AMMINISTRATIVO
Si prende spunto da un articolo (senza firma) apparso sull'edizione di sabato 23 ottobre del settimanale Sette Giorni a Tortona, dal quale si mette in evidenza la seguente affermazione:
"In altre parole la posizione della cabina di regia era quella di voler sfruttare forse l'unica risorsa endogena del territorio ”il vento”, ma solo se in grado di produrre un importante ritorno economico per il teritorio stesso".
Tale frase, evidente emanazione della visione amministrativa di qualche ente territoriale, è poi seguita da una dettagliata analisi economica relativa alle differenti proposte economiche rivolte dai gestori e dalle multinazionali disposte a realizzare l'intervento agli enti territoriali interessati. In particolare con riferimenti in percentuale ed in termini assoluti di remunerazione economica. Ora, queste affermazioni sono, per certi aspetti, esattamente l'antitesi delle idee che dovrebbero stare alla base di una corretta gestione del territorio.
Si sottolinea infatti:
- che la principale risorsa dell'Alta Val Curone, dell'Alta Val Borbera e dell'Alta Valle Staffora non è assolutamente identificabile nel vento, ma è da ricercare semmai nelle potenzialità paesaggistiche, naturali, enogastronomiche e, quindi, turistiche, di un territorio senza eguali, che pertanto risultano essere le principali risorse da salvaguardare, da tutelare e da promuovere;
- che il riferimento esplicito ad una cabina di regia per la realizzazione dell'eolico nella Comunità Terre del Giarolo, seguita da una lunga enumerazione dei possibili introiti, appare quanto mai fuori luogo: l'investimento su fonti alternative, pur possibile ed auspicabile, non dovrebbe passare da una
camera dei bottoni, semmai da un aperto e sincero confronto con tutte le realtà interessate dall'opera;
- che una scelta amministrativamente e tecnicamente oculata dovrebbe tendere non a massimizzare la produzione di energia elettrica, che comunque rimarrebbe limitata dalla scarsa fruibilità e valore aggiunto già detti, bensì a massimizzare il ritorno economico per il territorio. Quindi, vista la vocazione turistica e naturalistica dell'area interessata, un eventuale intervento con realizzazione di pale eoliche dovrebbe essere limitato in numero e potenzialità unitaria, oltre che adeguatamente dislocato sul territorio, per realizzare un impatto minimo, sull'ambiente naturale e sul paesaggio, sia ad opera ultimata che ad opera in costruzione;
- che congiuntamente ed in modo complementare all'utilizzo dell'energia eolica, si potrebbe ipotizzare un miglioramento dello sfruttamento delle ingenti risorse forestali al momento sottoutilizzate, per la produzione di biomassa. Questo consentirebbe di conseguire un aumento di
valore aggiunto, l'impiego di operai forestali e, non ultimo, la salvaguardia, la manutenzione e la conservazione del territorio.
Si considera che tutti i concetti suddetti sono alla base di una attenta ed efficace politica per la valorizzazione delle aree montane. E' amaro rilevare che tale cultura è ancora estranea alle nostre valli.
L'intento dell'Amministrazione pubblica locale, in generale, sembra essere più quello di realizzare pochi maxi-interventi di dimensioni rilevanti, piuttosto che individuare e programmare, con l'attività amministrativa, una serie di azioni ed opere bene integrabili all'interno del territorio e che valorizzino l'economia locale, l'agricoltura, l'artigianato, il turismo e le attività che siano comunque effettivamente produttive.
Le conseguenze di questa politica amministrativa, che persiste da decenni, sono evidenti ed hanno come tristi aspetti il disincentivo all'intraprendere attività economiche che producano reddito, la tendenza all'assistenzialismo e l'impoverimento economico, sociale ed umano delle nostre valli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

presumo nessuno metterà più piede in valborbera, capanne di cosola e agriturismi vari oltre al mostruoso danno all'ambiente

non ho parole

chi ha votato questi politici locali