09 febbraio 2013

futuro

Rispetto alla questione cui ho dedicato l'ultimo 
post, l'applicazione della riforma delle autonomie locali, molte informazioni riferite alle nostre valli si trovano in una serie di articoli pubblicati dal settimanale Sette Giorni a Tortona, che le ripropone nel suo sito.
Questo l'incipit dell'articolo pubblicato lo scorso 22 dicembre con il titolo : Comunità Montana: chi pagherà i mutui del Golf Momperone?  "Una delle domande che gli amministratori dei nostri piccoli comuni si pongono in questi giorni è “convenzione” o “unione” per gestire in forma associata le 9 funzioni fondamentali dei comuni".
Altri pezzi utlili a ricostruire il quadro, il 12 gennaio: Riunione dei comuni “convenzionisti” e Riflessioni sulle comunità montane o sulle unioni .

Stasera ho assistito a un incontro tra amministratori aperto anche ai cittadini, indetto dal sindaco di Vignole Borbera e dal presidente della conferenza dei sindaci della ormai cessante  Comunità Montana Terre del Giarolo.
Quello che segue è il mio resoconto sul dibattito.

Il consigliere di Carrega, Chiesa, legge una comunicazione scritta del sindaco Gozzano, che all'ultimo non ha potuto esserci: è  un breve appello a superare i campanilismi,  ad essere uniti come durante l'ultima guerra, adesso per combattere lo spopolamento e i tagli ai bilanci e per una migliore qualità della vita. Chiude citando San Paolo: siate come bambini quanto a malizia, ma uomini maturi quanto ai giudizi.
Il sindaco di Vignole Teti  illustra una bozza di statuto per una Unione di comuni, constata che in sala ci sono molti consiglieri ma sono rappresentati solo 12 comuni su 20 (in totale la comunità montana ne annoverava 30, ma 10 si sono chiamati fuori, sono i "convenzionisti" di cui parla l'articolo di Sette Giorni). Precisa che anche i comuni che si limiteranno a stipulare convenzioni, se non raggiungeranno determinati standard, entro tre anni saranno d'ufficio accorpati in unioni. Propone di seguire la strada dell'unione di comuni per poter mantenere i servizi senza aumentare in modo esagerato le tasse.
Graziano Montessoro di Stazzano constata che la situazione è estremamente confusa e che i tempi sono stretti: entro pochi giorni, termine ultimo il 20 febbraio, i comuni dell'ex comunità montana dovranno deliberare sulla scelta che intendono fare. Sergio Vallenzona, sindaco di Castellania, appoggia l'ipotesi di creare una unione leggera, che accorpi due o tre funzioni. Natalino Ormelli, sindaco di Garbagna, sostiene l'ipotesi dell'Unione che a suo dire dovrebbe darsi il compito di "fare" sviluppo locale. Paolo Caviglia, consigliere di Vignole, evidenzia che i tre comuni più popolosi e ricchi (Stazzano, Vignole, Borghetto) dovrebbero essere consci che in nome di un priincipio solidaristico sarebbero chiamati a sacrifici a favore degli altri comuni. Afferma che "unendo tanti poveri non si diventa ricchi, si diventa più poveri". Conclude che la ratio legis che ispira la riforma è palesemente quella di far sparire i piccoli comuni
Stefano Gogna, sindaco di Mongiardino, teme che l'Unione si risolva in un aggravio di costi. Valter Raimondi, sindaco di Avolasca, è drastico: le leggi sono incomprensibili, propone di ripartire da zero, e come extrema ratio che i sindaci tutti insieme vadano dal prefetto a restituire il mandato.
Interviene Teti che dice: in questa situazione possiamo subire o provare a gestire, e aggiunge che le risorse possono arrivare dalle rinnovabili, ma si lamenta e dice che poi succederà come nel caso dell'eolico "200 abitanti bloccano tutto" (sic !). 
In chiusura Carlo Buscaglia sindaco di Dernice: è un salto nel buio, anche perchè i piccoli comuni non sono in grado al momento attuale di sapere di quali e quanti debiti, mutui e dipendenti della cessata comunità montana dovranno farsi carico. Propone di creare una delegazione di sindaci per un incontro in regione per avere chiarimenti. Si chiude con un appuntamento ai sindaci per una nuova riunione.

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